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Quando calano le
prime nebbie invernali e l’aria si fa fresca e
pungente, un piatto tradizionale, generoso e
fumante, fa la sua apparizione sulle mense dei
buongustai del Piemonte come dell’Emilia
Romagna, della Lombardia come del Veneto. Qui il
bollito, per antica usanza, viene a coincidere,
con la celebrazione dei giorni di festa, quando
l’indugio a tavola consente di gustare meglio il
cibo preparato con cura. Questo piatto, tra i
più tipici della gastronomia nazionale, non
trova però unanimi consensi. È di sovente
confuso col lesso, cioè con la carne bollita per
ottenere un buon brodo. Il “comune” lesso
familiare, che qualcuno chiama ingiustamente
“avanzo di brodo”, è il parente povero del
bollito vero e proprio, cioè |
del bollito misto,
un piatto composito, regale, in cui entrano
almeno cinque o sei tipi di carne, scelti tra
quelli meno usuali e più squisiti, come la
testina di vitello, le zampe, la lingua, ecc.,
che si accompagnano a una gran varietà di salse
saporite.
Si tratta,
insomma, di un piatto da autentici ghiottoni,
che ha una delle sue roccaforti in quell'Emilia
golosa, terra di buone forchette e, ovviamente,
anche d’eccellenti bovini. A dispetto di quanto
asseriscono i gastronomi, anche il semplice
lesso, se fatto a regola d'arte, ha diritto di
cittadinanza tra le migliori specialità di casa
nostra. La tecnica di cottura è la medesima, con
la carne immersa in abbondante acqua fredda, con
la lenta bollitura per più ore e con
l'aromatizzazione di verdure e spezie, quelle
che in tutte le ricette sono definite “gli
odori” per il brodo.
Per la scelta
delle carni e per quella degli “odori”, non è
possibile stabilire una regola generale. Il
bollito misto si presta a numerose variazioni
secondo il gusto e le tradizioni di chi lo
cucina nelle varie regioni. Così, al posto della
gallina, si può cuocere un cappone, al posto
dello zampone un cotechino, al posto della
testina il garretto di vitello, ecc. Anche per
gli “odori” la scelta è vasta. Vi sono, è vero,
quelli base (cipolla, carota, sedano, pomodoro),
che figurano in quasi tutte le ricette, ma altri
se possono aggiungere, in base alle preferenze
dei commensali, come l¹aglio, l'alloro, il timo,
il prezzemolo e anche i chiodi di garofano, con
cui mo1ti usano “steccare” la cipolla.
Un capitolo
affascinante è quello delle salse che
accompagnano la carne bollita. È inutile
ribadire che la loro scelta è fondamentale per
gustare il bollito: la varietà dei sapori, dal
piccante al dolce e all'agrodolce, conferisce
alle carni, aventi di per sè un gusto un po'
uniforme, una spiccata personalità. I gusti si
sbizzarriscono dalle salse verdi, crude o cotte,
a base di prezzemolo, a quelle col cren (rafano)
come ingrediente principali, infine a quelle,
più recenti, che si affidano al sapore
dolce-brusco dell’aceto balsamico tradizionale
di Modena.
Per quanto
riguarda l’aspetto dietetico, è noto che la
carne, durante la bollitura, perde parte degli
elementi nutritivi che servono a renderla
digeribile. Di conseguenza, i sofferenti di
gastrite, e di disfunzioni gastriche in genere,
possono trovare qualche difficoltà nel
digerirla. Per contro, la carne bollita è molto
indicata per chi lamenta disturbi del ricambio
(uricemia, gotta, ecc.), in quanto nel brodo
rimangono tutte 1e sostanze puriniche estrattive
che possono provocare nelle persone predisposte
un rialzo dei tassi uricemici.
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