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Eduardo Cagnazzi

il 08/10/2017 nella sezione Segnalato - attualita

Tag articolo: export - visualizzato 3008 volte

Export Campania II trimestre 2017

immagine in primo piano


Cresce l'export della Campania ma non accelera.


Soprattutto rispetto al 2015 quando si è registrato il boom delle vendite Oltralpe. Anche i prodotti agroalimentari fanno fatica sui mercati esteri.
"Segno che l'export risente ancora della debole domanda mondiale, del protezionismo di alcuni Stati e dell'andamento sfavorevole di alcuni comparti. Ciononostante, la regione è al primo posto per valore nel meridione e al nono posto in quella nazionale. Segno della vitalità dell'export regionale", dice il numero uno di Unindustria Napoli, Ambrogio Prezioso.
Nel secondo trimestre del 2017, infatti, le vendite all'estero si attestano a +1,3% rispetto allo stesso periodo 2016.
Sull'andamento commerciale incide in primis il calo dei prodotti alimentari, compreso le bevande, che subisce una flessione del 3,3% imputabile soprattutto a fattori di prezzo che ha colpito conserve e pasta verso il Regno Unito. Calo anche per le apparecchiature elettroniche, elettriche e macchinari rispettivamente del -8%, -7% e -7,8%. Si salvano dalla debacle i prodotti raffinati (+38,4%), farmaceutici (+14,4%) e chimici (+6,2%), mentre risale la china il comparto farmaceutico. Il trend, cominciato ad inizio anno, è dovuto alla ripresa delle esportazioni di prodotti medicali verso la Svizzera, il principale Paese di sbocco.
"Per i prodotti alimentari si tratta di un andamento fisiologico ma non critico, dovuto all'arretramento delle performance del recente passato che sono risultate soddisfacenti", afferma Arcangelo Fornaro, componente della Sezione Alimentare di Unindustria. "Quello che ha invece inciso è la tassazione praticata dagli Usa e dai Paesi extracomunitari. Soprattutto nei confronti dell'agroalimentare che costituisce il comparto che più di ogni altro è legato alla tradizione e alla cultura di un territorio, le componenti che forniscono il valore aggiunto alle produzioni. Nei prossimi mesi riscontreremo la domanda dei mercati esteri tradizionali che quest'anno è stata influenzata dall'andamento poco favorevole del clima. Considerando le enormi potenzialità del territorio ci sono comunque ampi margini di crescita che incominceremo a registrare già dall'autunno", aggiunge Fornaro.
Sull'agroalimentare interviene anche Francesco Pirolo, amministratore di Agrigenus. "Il calo delle vendite estere è dovuto anche alla forte concorrenza di alcuni Paesi che immettono sul mercato prodotti a basso costo ma di scarsa qualità. E' il caso del pomodoro che viene esportato, lavorato, etichettato e spacciato come San Marzano, soprattutto negli Usa, come un'eccellenza del Made in Italy, quando invece non lo è, a scapito del vero oro rosso di un territorio specifico della Campania".

Eduardo Cagnazzi