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A tavola con l'esperto

a cura di Luigi Farina


21ª Puntata - I vini DOC delle province siciliane: Trapani

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Il vino è opera della natura e dell’arte dell’uomo: appartiene perciò a vari regni. Al regno della bellezza per primo: si pensi alle meravigliose e molteplici scale cromatiche dei grappoli, oppure alle infinite sensazioni aromatiche e gustative che il vino può offrire a seconda del suolo, della luminosità o del clima da cui proviene l’uva che l’ha prodotto.” Parola di Giacomo Tachis, enologo di grande ingegno e talento, innamorato di Sicilia.

Nell’Isola il sogno dei poveri fu la vigna dietro la casa, quello dei nobili una vigna per dare lustro al Casato. E’ terra a naturale vocazione viticola come l’attesta la nascita di viti durante il Terziario. Prima ancora che vi comparisse l’uomo.

TRAPANI

E’ la provincia siciliana che viene da un passato enologico millenario e ha di fronte un futuro assai felice. Da sola si presenta con il 45% del “Vigneto Sicilia” e con il primato di area vitata più estesa d’Italia. La filosofia della qualità sta facendo proseliti fra i giovani produttori che offrono ottimi vini a buon prezzo. Da oltre duecento anni, l’ambasciatore di questa provincia è il Marsala, mentre il re dei vitigni resta il Catarratto che è il più coltivato al mondo. L’Alcamo DOC ha affiancato, al celebre bianco, pure il rosso e rosato che mancavano. Fra i nuovi arrivati sono da segnalare la DOC Delia Nivolelli che interessa la parte meridionale della provincia fino alle porte di Castelvetrano.

Non va trascurata l’isola di Pantelleria, che nella provincia di Trapani ricade, per i suoi Moscati DOC di antichissima tradizione.

Insomma, una provincia tutta da bere come sanno bene tutti coloro che di vino si occupano. O semplicemente lo amano.

 

Alcamo DOC

Dal XIV al XVII secolo nacquero in questi territori numerosi bagli e borghi per “edificar vigne e giardini”. Iniziò così quel grande processo di dilatazione della viticoltura nel trapanese. Il suo trionfo l’ebbe durante il periodo borbonico: basta pensare a quella grande, dimenticata cattedrale del vino che è la Cantina Borbonica di Partinico. Anche se in provincia di Palermo, attingeva nel limitrofo territorio trapanese. Il DOC Alcamo è prodotto nel territorio di ben dieci comuni a cavallo delle province di Palermo e Trapani fra cui Alcamo, Calatafimi, Partinico e Monreale.

Alcamo Rosso – Uvaggi: Calabrese o Nero d’Avola (minimo 60%) più agginta di altre uve della zona per un massimo del 40%. E’ vino che presenta un bel colore rosso rubino, profumo speziato, fruttato: Sapore asciutto, armonico. Gradazione alcolica: minimo 11,5°

Alcamo Bianco – E’ il più noto e classico Alcamo. Nasce da uvaggi Catarratto (40%) Insolia e/o Grillo e/o Grecanico e/o Chardonnay, con eventuale aggiunta di altre uve bianche locali. Ha colore giallo paglierino, talvolta con riflessi verdolini. Profumo intenso, armonico e fruttato; sapore fresco, equilibrato, asciutto. Gradazione alcolica: minimo 11°. Da bere entro 12 mesi. Esiste la tipologia Spumante del tipo semi secco fino a molto secco. Anche il Vendemmia Tardiva con leggero appassimento delle uve sulla pianta e raccolte non prima del 15 settembre. Il suo sapore va dal dolce al secco con 14° di cui almeno 11° in alcol svolto.

Alcamo Classico – Uvaggi: Catarratto comune e/o bianco lucido (minimo 80%) più altre uve di zona. Color paglierino carico; profumo fragrante con sentori vegetali. Sapore gradevole con retrogusto amarognolo, strutturato. Gradazione alcolica: minimo 11,5°. Da bere entro 18 mesi.

Alcamo Rosato – Uvaggi: Nerello Mascalese e/o Calabrese o Nero d’Avola (100%) vinificati in bianco. Presenta un bel colore rosa pallido, profumo fine, fruttato; sapore fresco, armonico. Gradazione alcolica: minimo 11°. Da bere entro 12 mesi. Esiste pure la tipologia Spumante con sapore dal semi secco al molto secco.

Esistono le seguenti sottodenominazioni varietali: Alcamo Cabrnet Sauvignon – Alcamo Calabrese o Nero d’Avola – Alcamo Merlot – Alcamo Syrah – Alcamo Inzolia – Alcamo Catarratto – Alcamo Chardonnay – Alcamo Grillo – Alcamo Grecanico – Alcamo Müller Thurgau – Alcamo Sauvignon

 

Delia Nivolelli DOC

Deve intendersi il vino prodotto nel territorio attraversato dal fiume Delia, comprendente i comuni di Mazara del Vallo, Marsala, Petrosino e Salemi, tutti in provincia di Trapani.

Delia Nivolelli Rosso – Uvaggi: Nero d’Avola e/o Pignatello o Perricone e/o Merlot (minimo 65%) con aggiunta di altre uve rosse di zona. Color rosso più o meno intenso fino al granato vivace. Invecchiato assume colore arancione. Profumo vinoso, delicato, sapore sapido, asciutto, armonico, giustamente tannico. Tende al vellutato con l’invecchiamento. Gradazione alcolica: minimo 11,5°. Invecchiamento fino a 3 anni.

Delia Nivolelli Bianco – Uvaggi: Inzolia e/o Grecanico e/o Grillo (minimo 65%) più uve locali bianche. Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli; profumo delicato, fruttato. Sapore asciutto, armonico. Gradazione alcolica: minimo 11°. Da bere entro 12 mesi.

Delia Nivolelli Spumante – Uvaggi: Grecanico e/o Chardonnay e/o Damaschino e/o Inzolia. Se prodotto con almeno l’85% di uve di unico vitigno deve portarlo in etichetta. Colore giallo paglierino chiaro, profumo delicato; sapore sapido fresco, fine e armonico. Spuma vivace , fine e persistente. Gradazione alcolica: minimo 11,5°. Da bere giovane.

Esistono le seguenti sottodenominazioni varietali: Delia Nivolelli Cabernet Sauvignon – Delia Nivolelli Merlot – Delia Nivolelli Nero d’Avola – Delia Nivolelli Pignatello o Perricone – Delia Nivolelli Sangiovese – Delia Nivolelli Syrah – Delia Nivolelli Chardonnay – Delia Nivolelli Damaschino – Delia Nivolelli Grecanico – Delia Nivolelli Grillo – Delia Nivolelli Inzolia – Delia Nivolelli Sauvignon.

 

Pantelleria DOC

A Pantelleria ci sono vitigni che sanno resistere con baldanza al clima mediterraneo estremo dell’isola. Il vento incessante condizionò le tecniche di coltivazione che avviene in buche nelle quali si impianta un alberello che non potrà mai svilupparsi in altezza! La terra, il sole, l’aria salmastra, regalano a quelle uve una personalità inconfondibile. Sull’isola prosperò per secoli lo Zibibbo, dall’arabo “zabîb” che sta per uva passa.

Pantelleria Bianco – Uvaggi: Zibibbo all’85% più uve bianche locali. Colore paglierino intenso; profumo gradevole, sapore armonico talora frizzante. Gradazione alcolica: minimo 11,5°. Da consumare entro 24 mesi.

Esistono le seguenti sottodenominazioni varietali: Pantelleria Moscato Dorato – Pantelleria Moscato Liquoroso – Pantelleria Moscato Spumante – Pantelleria Zibibbo Dolce – Pantelleria Passito Liquoroso

 

Moscato di Pantelleria DOC

Viene prodotto esclusivamente nell’isola di Pantelleria. E non potrebbe essere diversamente considerando l’uvaggio di partenza!

Uvaggi: Zibibbo in purezza, appassimento al sole sulla pianta oppure dopo la raccolta. Colore giallo tendente all’ambra, profumo fragrante di Moscato, sapore dolce aromatico di Moscato.

Gradazione alcolica: minimo 15° di cui almeno 11° in alcol svolto.

 

Marsala DOC

Il più nobile dei vini siciliani scoperto nel 1773 da John Woodhouse, un intraprendente inglese di Liverpool. La sua notorietà e diffusione ebbero dimensioni mondiali. Gli vennero riconosciute, curiosamente, anche inattese virtù terapeutiche durante il proibizionismo: infatti fu importato in USA con l’etichetta Hospital Size...

In questa guida accenneremo soltanto alle caratteristiche perché sulla produzione e le varie denominazioni esistono già dei volumi. Resta un vino aristocratico che non ha bisogno di presentazione. Ciò che lo caratterizza non è soltanto la sua tipicità, quanto la sua unicità. E’ stato definito il prodotto più straordinario ed emozionante dell’enologia siciliana.

Vino prodotto nell’intero territorio della provincia di Trapani con esclusione di Pantelleria, Favignana e Alcamo.

Uvaggi: Per i Marsala “oro” e “ambra” si usa Grillo e/o Catarratto e/o Inzolia e/o Damaschino al 100%. Per i “rubino”: Perricone e/o Nero d’Avola e/o Nerello Mascalese da 70 a 100%. Per tutto gli altri tipi ai citati uvaggi si aggiungono uve bianche locali.

I Marsala si classificano in base al colore: “Oro”: per il colore dorato più o meno intenso – “Ambra”: per il giallo ambrato più o meno intenso – “Rubino”: dal colore rosso rubino che invecchiato prende riflessi ambrati.

I Marsala si dividono in: Fine – Superiore – Superiore Riserva – Vergine o Soleras – Vergine Stravecchio o Riserva.

Sono tutti vini liquorosi ottenuti con l’aggiunta ai mosti, ai vini o alle miscele, di alcol etilico o acquavite di vino e, nel caso, anche di mosto riscaldato in piccole caldaie per 24 ore. Si aggiunge pure mosto concentrato.
Il Marsala può essere pure componente di alta cucina e di raffinate preparazioni, sopratutto nel campo delle preparazioni dolciarie dove spesso entra come ingrediente principe.

Ricordatevi che un bicchiere di Marsala rinfranca lo spirito, aiuta a meditare,, rinsalda le amicizie e fa diventare memorabile un incontro in Sicilia. Forse perché riesce a portare alla luce i segreti dell’anima.


Gaetano Basile, palermitano DOC, è giornalista, scrittore, autore di testi teatrali, fine narratore, ma sopratutto ricercatore appassionato di tutto quello che è cultura e tradizione popolare, sopratutto nel settore enogastronomico. Ha svolto attività giornalistica e televisiva, divulgando tutto ciò che è cultura siciliana, tanto da meritarsi diversi premi. Vive e lavora a Palermo, dirige la rivista di etnoantropologia "Il Pitrè" e collabora con numerose testate nazionali ed estere.

In questo spazio Gaetano Basile ci offrirà i suoi contributi per darci la possibilità di conoscere meglio la cultura eno-gastronomica siciliana, e palermitana in particolare, parlandoci dell'origine delle pietanze che hanno reso famosa la cucina siciliana, o di quelle a volta meno conosciute, che andrebbero riscoperte, raccontandoci la loro storia e di come si sono trasformati nel tempo.


Il sito di Gaetano Basile

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