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Il San Pietro di Positano:
un gioiello incastonato nella costiera amalfitana

 

Chissà se Carlo Cinque quando acquistò nel 1962 Punta San Pietro, il promontorio a due chilometri dal centro di Positano su cui sorge l’albergo, immaginava che il gioiello che sognava di incastonarvi sarebbe diventato uno dei luoghi del mito della Costiera amalfitana. Probabilmente sì!

Il sogno di Carlino, come affettuosamente veniva chiamato da tutti, inizia a realizzarsi nel 1970 con l’apertura delle prime 33 camere, tutte con terrazza e vista sul mare, arricchite da una terrazza che il Los Angeles Times all’epoca definì “la più suggestiva del mondo”. Affacciarsi dalle terrazze del San Pietro regala emozioni mozzafiato. Il borgo di Positano, con le sue case bianche abbarbicate sulla roccia e le tante “scalinate” che collegano la parte alta del paese con la zona della spiaggia, è proprio di fronte. In lontananza si scorgono i faraglioni di Capri e meno distanti gli isolotti de Li Galli.

Il San Pietro di Positano da subito diventa meta dei molti personaggi della cultura e dello spettacolo di tutto il mondo che subiscono il fascino irresistibile di questa perla della Divina Costiera, patrimonio dell’UNESCO dal 1997. Qui hanno soggiornato, tra gli altri, Sidney Poitier, Dustin Hoffman, Peter O’Toole, Barbra Streisand e Tina Turner. La struttura, più volte inserita nelle classifiche degli hotel più belli del mondo, nell’87 entra nella prestigiosa catena Relais e Chateaux.

La signora Virginia Attanasio Cinque e i suoi figli Carlo e Vito, proprietari dell’hotel, propongono un’ospitalità elegante e discreta al tempo stesso contraddistinta dal rapporto personale e diretto con l’ospite, il cui benessere è al primo posto.

In aggiunta la famiglia Cinque mostra una non comune sensibilità per l’ambiente adottando una serie di accorgimenti per la depurazione e il riciclo delle acque e per la riduzione intelligente dei consumi energetici.

La struttura che si sviluppa in verticale si integra perfettamente nel paesaggio grazie alla lussureggiante e variopinta vegetazione che la circonda e che la rende poco visibile dal mare.

A disposizione degli ospiti troviamo una splendida piscina a emiciclo che domina la baia dall’alto, un centro fitness equipaggiato con le più moderne attrezzature e un centro benessere che offre i trattamenti della svizzera La Prairie.

Fiore all’occhiello del San Pietro è l’ascensore scavato nella roccia che collega i vari piani e consente di raggiungere comodamente anche la piccola caletta privata e la piattaforma solarium situata ai piedi del promontorio. Uno splendido campo da tennis, dove sembra impossibile concentrarsi sulla palla da colpire distratti dalla bellezza del paesaggio circostante, è situato proprio alle spalle della caletta. Ed è proprio tra quest’ultima e il campo da gioco che il 16 giugno del 2008 si è inaugurato il ristorante Carlino che è andato ad aggiungersi al ristorante principale.

La brigata di cucina

A capitanare la brigata di cucina, composta da ben 32 elementi, c’è Alois Vanlangenaeker, chef di origine belga che, come tanti stranieri, è stato conquistato da questo angolo di paradiso e dai suoi eccellenti prodotti, validamente coadiuvato dal sous-chef Antonio Villani.
La proposta culinaria di Alois è una sintesi delle varie esperienze internazionali maturate a partire dall’86 presso numerose strutture prestigiose.

La lunga e felice avventura italiana dello chef belga, interrotta solo da una parentesi francese di circa tre anni presso lo stellato Résidence La Pinède di Saint Tropez, inizia nel ’92, anno in cui Alois approda come Responsable de cuisine presso il Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui Due Golfi dove trascorre sette anni. Nel 2002, al ritorno dalla Francia, comincia il rapporto con la famiglia Cinque e il San Pietro, che appena un anno prima aveva conquistato la stella.

A differenza di gran parte dei suoi colleghi, Alois non ama frequentare gli studi televisivi e nel tempo libero preferisce dedicarsi a interessi diversi dalla cucina che già assorbe un gran numero di ore della sua giornata.

Alois Vanlangenaeker

Il menu

Nella carta che varia al mutare delle stagioni i piatti della tradizione si accompagnano alle creazioni personali di Alois. Comune denominatore di tutti i piatti è la grande attenzione alla qualità delle materie prime che in parte sono coltivate direttamente nell’orto alle spalle del campo da tennis e in parte sono acquistate da fornitori assolutamente fidati.

La cura per la qualità si estrinseca con la preparazione diretta anche di tutti gli impasti: da quello dei cornetti serviti a colazione agli ospiti dell’hotel fino a quello dei tre tipi di pane che quotidianamente vengono sfornati e della pizza che di sera viene offerta come aperitivo.

Il menu estivo tra i vari antipasti presenta il carpaccio tiepido di gamberi gobetti e il tortino di alici con salsa alle acciughe. Tra i primi ci colpiscono le mezzelune di caciotta e maggiorana con pomodoro all’insalata ed erba porcellana e i cannelloni al pomodoro con zucchine e crema di mozzarella di bufala, mentre tra i secondi, che presentano un certo equilibrio tra le proposte di carne e di pesce, ci incuriosiscono sia il baccalà spadellato e zuppetta di fagioli “a formella” sia il filetto di manzo in salsa di vino rosso ai funghi e agrumi. Come contorno diamo la preferenza a un piatto della tradizione: la parmigiana di melanzane.

Per quanto riguarda il Carlino, aperto solo a pranzo e riservato solo agli ospiti dell’hotel, la proposta si differenzia solo per la maggiore semplicità delle preparazioni non certo per la qualità delle materie prime che rimane esattamente agli stessi livelli del ristorante principale.

La Cantina

La carta dei vini, che conta più di mille etichette, risulta molto ben equilibrata. Molte le etichette campane, ma appaiono molto ben rappresentate anche tutte le altre regioni italiane. Per quanto riguarda i vini stranieri, a farla da padroni sono ovviamente i vini francesi e spagnoli, ma non mancano etichette del nuovo mondo.

Accanto ai nomi più blasonati troviamo anche vini meno scontati frutto di un’attenta selezione.
Ciò che colpisce favorevolmente è il fatto che si sia preferito adottare ricarichi non stratosferici nonostante il prestigio del ristorante.

La sala

A differenza degli altri ristoranti stellati che raramente superano i 50 coperti, il San Pietro ne conta un centinaio distribuiti tra le due sale, l’interna e l’esterna, entrambe con vista della baia.

La gestione della brigata di sala è nelle mani del maitre Pasquale Fusco e dei due vice maitre Elisa Cuomo e Luigi Ercolino,  mentre  a  consigliare  gli ospiti del ristorante nella scelta dei vini da abbinare ai piatti c’è il sommelier Salvatore Marrone. Il delicato ruolo della gestione del Food and Beverage spetta a Bartolomeo Fusco.

Di tenore molto diverso il Carlino perché la posizione della sala in prossimità del mare rende l’ambiente molto informale e consente anche un abbigliamento prettamente balneare.

Il San Pietro di Positano

Via Laurito, 2
84017 Positano (Sa)
Tel. 089/875455
www.ilsanpietro.it

 

Laura Gambacorta

 

dalla rivista La Madia travelfood di settembre 2008 che ci autorizza la pubblicazione e che ringraziamo per la concessione.