La cucina dei Borbone e i suoi fasti gastronomici rivivono all'Archivio Storico nel locale di via Scarlatti al Vomero articolo inserito su spaghettitaliani da Renato Aiello
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Articolo inserito da Renato Aiello il giorno 06/11/2017 alle ore 19.56.18

La cucina dei Borbone e i suoi fasti gastronomici rivivono all'Archivio Storico nel locale di via Scarlatti al Vomero

 

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L'Archivio Storico, locale di via Scarlatti (zona Vomero) che dal 2013 caratterizza le serate dei napoletani abbinando ad ottimi vini e cocktail iniziative culturali ed eventi di spessore, non è più soltanto un premium bar ma diventa a tutti gli effetti un ristorante: nelle sue nuove cucine vengono preparati piatti raffinati recuperati dai ricettari dell'epoca dei Borbone - scritti dai Monzù (così un tempo venivano definiti i grandi cuochi provenienti da Parigi per rendere gourmet la cucina popolare partenopea) - e che oggi vengono preparati - e reinterpretati - dallo chef Roberto Lepre coadiuvato da una brigata d'eccezione.

Il Gateau, sformato di patate che fu introdotto nel Regno delle Due Sicilie grazie ai cuochi francesi chiamati nel Reame di Napoli dalla regina Maria Carolina in occasione delle proprie nozze (1768), diventa "Aria di patata al pepe sichuan, fonduta di Provolone del Monaco, croccante di salame e briciole di pane raffermo". I vermicelli aglio e uoglie (ovvero gli "spaghetti aglio e olio), la cui ricetta fu descritta nel trattato "Cucina Teorico Pratica" di Ippolito Cavalcanti (1837), appellati anche come "Vermicelli alla Borbonica" perché furono il piatto d'eccellenza per l'utilizzo della forchetta a quattro rebbi inventata dal ciambellano di Ferdinando IV di Borbone per raccogliere e gustare la pasta "aglio e uoglie", sono reinterpretati da Roberto Lepre come "Spaghetti aglio, olio e peperoncino, battuto di dentice al limone e clorofilla di prezzemolo a velo". Ancora, i polipetti alla Luciana, un piatto di origini antichissime, così chiamato perché una volta i polpi erano pescati dai pescatori del Borgo Marinari di Santa Lucia e cucinati seguendo un procedimento molto particolare (ovvero venivano tagliati a pezzi grossolani e cotti lentamente nel loro liquido in una casseruola di terracotta, senza mai aggiungere acqua né aprire il coperchio), nel menù dell'Archivio si trasformano in "Moscardini alla Luciana, cracker croccante del suo nero su spuma di ceci di Cicerale".

Tra le proposte del ristorante non potevano ovviamente mancare altri piatti cult della cucina napoletana, come la genovese, il sartù, il soffritto e tanti altri.

Un viaggio nella storia della cucina napoletana in cui il babà è protagonista indiscusso: il dolce che - non tutti sanno - affonda le sue radici in Polonia (il "babka ponczowa" era un dessert a lievitazione naturale), poi importato in Francia dallo zar polacco Stanislao Lesczynski lì in esilio - fu reinterpretato dai pasticceri parigini ed oggi presentato ai "commensali" dell'Archivio Storico in una nuova versione - arricchita con crema alla vaniglia bourbon e amarena - che prende il nome di "Lazzarone" (così come veniva appellato il re Ferdinando IV).

"L'Archivio Storico è un omaggio alla gloria della Napoli che fu - spiega Luca Iannuzzi, patron dell'Archivio Storico e Cavaliere di Merito del Sacro Militare ordine costantiniano di San Giorgio di Napoli -. Le cinque sale principali sono dedicate ai cinque Re delle Due Sicilie (Carlo, Ferdinando, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II) e alle rispettive Regine. Ci sono immagini che rappresentano i momenti salienti della vita del Regno e una serie di 'punti di vista' (culturali, storici, antropologici e ora anche gastronomici) omessi dalla storiografia negli ultimi 150 anni".

Hashtag ufficiali: #archivistorico #lazzarone

Archivio Storico
via Alessandro Scarlatti, 30 - Napoli

www.archiviostorico.com
FB: @archiviostoriconapoli
IG: Archivio Storico Napoli

 

 

 

 

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L'Archivio Storico riscopre la cucina borbonica

 

 

 

 

 

 

 

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