Libertà di pensiero e pluralismo informativo: nessuno ha il verbo o la parola di dio!! articolo inserito su spaghettitaliani da Bruno Sganga
Close

ATTENZIONE! Spaghettitaliani utlizza i Cookie. Puoi leggere come li usiamo nella nostra Informativa Cookie. Inoltre puoi leggere l'Informativa per la Privacy e le nostre Condizioni d'uso, tutte raggiungibili in ogni pagina del sito attraverso la voce Contatti e Info del Menù.

× INFO: Tutte le sezioni e i servizi di spaghettitaliani sono gratuiti e quanto viene pubblicato al suo interno non ha una periodicità regolare, quindi spaghettitaliani non può essere considerata una testata giornalistica.

 

Traslate:   francese   giapponese   inglese   portoghese   spagnolo   tedesco

Articolo inserito da Bruno Sganga il giorno 16/07/2018 alle ore 20.27.13

Libertà di pensiero e pluralismo informativo: nessuno ha il verbo o la parola di dio!!

 

immagine in primo piano

Questo mio primo articolo è un po' lungo, ma voglio far intendere le basi su cui saranno tutti gli altri servizi del settore, dalla cultura generale che argomenti specifici o singoli protagonisti e le loro "creature" enogastronomiche.
Pochi giorni fa, ho ricevuto da un caro e stimato chef, un messaggio in cui mi segnalava una serie di nominativi verso cui mi chiedeva d'intervenire così che ciascuno possa manifestare il giusto interesse per lui e la sua attività ristorativa. Cosa comprensibile sapendo che da 50 anni mi occupo e solo di comunicazione in questo settore, ma soprattutto per l'aspettativa che genera la fatica quotidiana del lavoro in cucina e sala, di sforzi talvolta pesanti ed investimenti non solo economici a cui i cuochi tutti sono sottoposti, ancor più quando sono pure titolari del proprio locale, al di là dell'immobile, e con familiari o meno. In quell'elenco inviatomi con WhatsApp c'era di tutto rispetto al mondo dello scrivere intorno ad argomenti sulla terra (l'agro-alimentare), e su tavole e piatti finali con relativi abbinamenti (l'enogastronomia): giornalisti, critici del settore, blogger, influencer, web magazine, agenzie media/stampa, uffici di relazioni pubbliche, organizzatori di eventi e redattori di classifiche, conteste ed award d'ogni tipo!! Colgo pertanto l'occasione per ricordare a tutti gli amici cuochi, nei loro diversi ruoli, che nessuno di quelle categorie sopra enunciate ha il verbo e dunque la parola di dio!!
Innanzitutto perché l'articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana dice chiaramente: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione." Vale a dire che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure ed è sacrosanto il pluralismo informativo con diritti di cronaca e di satira. Pur se con rispetto del diritto alla riservatezza (la cosiddetta privacy) ed all'onorabilità di cui ciascuno gode. Per cui le eventuali limitazioni a questa libertà non possono che essere eccezionali e basate su ragioni gravi ovvero dipendere dalla tutela del buon costume.
Quindi, sia chiaro, che non esiste una categoria che possa assumersi il diritto di scrivere e discettare sul bene o male di qualcuno e qualcosa ma solo esprime dei pareri, ove non sia una cronaca minuziosa e veritiera senza la personale interpretazione del proprio gusto o, ancora peggio, dei propri interessi. Poiché l'attività giornalistica è un elemento di libertà per tutti, e l'idea che ci sia qualche giornalista burocrate che si arroga il diritto di decidere chi la può svolgere e chi no fa semplicemente sorridere, ancor più nell'era del web e dei social. E' pur vero che l'argomento è maledettamente complicato perché il giornalismo può certo essere una costante professione, ma mai dimenticare che è anche un diritto di libertà di esprimere il pensiero di ogni cittadino. Tenendo conto che la credibilità di un giornalista (e categorie sopra elencate) non è nel suo conto corrente, ma nel suo lavoro, nei suoi articoli, reportage, inchieste e denunce, e non nel fare "marchette" quando non sono chiare e dichiarate.
Qualche esempio dalle parole di diversi attuali scrittori, tutti significativi al di là dell'età, del nostro settore agroalimentare ed enogastronomico.
Marco Mangiarotti: "Complimenti ai tanti bravissimi cuochi che non hanno stelle ma una grande, sincera cucina italiana, ai nuovi interpreti di una contaminazione e condivisione globale... Quindi buon lavoro a Michelin e a quelli che a loro non piacciono più, mai o più di tanto. A noi, nel nostro piccolissimo, invece sì e andremo presto a trovarli"
Massimo Menta: "Non sono stanco di questo divertente mestiere che faccio da oltre trent'anni con serietà, passione e, spero, competenza. Sono stanco di ciò che si è costruito intorno al mondo dell' eno-gastronomia. Sono stanco di blogger e critici (ndr: dunque giornalisti inclusi) incompetenti che straparlano, dell'uso improprio di termini e concetti...non sapendo cosa significa e riescono anche a costruirci intorno trasmissioni TV, stanco di chi manipola e mistifica questo mondo per scopi puramente commerciali".
Piera Feduzi: "Quasi mai nessuno tende a esprimere giudizi negativi e costruttivi, quanto invece a dilettarsi in quelle che comunemente si definiscono markette...con mancanza di riferimenti culturali e storici, tanta superficialità e (spesso) incompetenza; assenza di una base valoriale comune...e dimissioni dal ruolo di giudici imparziali e assunzione di un ruolo più edulcorato, amico, meno riflessivo ma più di riflesso di critica acritica".
Edoardo Raspelli: "I cuochi troppo fantasiosi mi fanno perdere le staffe, in cucina spesso prevale il cazzeggio. E il giornalismo gastronomico è tutto una marchetta...giornalisti frequentatori di chef d'alto bordo di cui ricambiano i gustosi servigi con recensioni accomodanti, quand'anche non esattamente veritiere. Basta coi piatti che sembrano tele violentate dal Pollock...con le inquietanti strisciate colorate che imbrattano il nostro triste nido formato da quattro spaghetti in croce...con menù redatti dallo scrittore mancato di turno..per schiere di lettori coatti".
Palato Anarchico: "Per giudicare il cibo servono esperienza, cultura e palato e tutti insieme... Con cuore a sinistra e portafoglio a destra, mai e poi mai dallo stesso lato... Chi sarà l'ispettore più markettaro, più ignorante, il meno preparato e più obiettivo? Ormai gli ispettori delle guide ed i giornalisti enogastronomici al pari dei critici (moltissimi dei quali riconvertiti e modaioli dell'ultima ora) sono peggio delle mosche che come si sa...spesso parlano bene della m...basta solo pagare....et voilà la recensione è fatta! Sono loro le incontrastate puttane dell'enogastronomia!!!".
Tavole Ammutinate (il sottoscritto): "Finiamola nel settore con queste storie ed esasperate classifiche su social, riviste, giornali e televisioni di un bluff misto con l'arroganza dell'ignoranza grazie a pennivendoli ed incolti resuscitati per i quali l'incompetenza diventa merito. Mentre una persona con un credo ne vale novantanove che hanno soltanto degli interessi".
Finiamo, tanto per deliziarci e comprendere sino a dove arriva (si fa per dire...) la cosiddetta indipendenza di chi scrive in questo comparto, con le parole del General Manager di una delle più importanti Agenzie Media/stampa e web magazine del settore, seguita sui social da centinaia di migliaia di utenti, che circa loro recenti acquisizioni finanziarie dichiara candidamente: "L'operazione rientra nella strategia di potenziamento della nostra capacità di generare contenuti di alta qualità, per i lettori che leggono i nostri articoli e per i brand che, sempre più, ci affidano parte della loro comunicazione." Ora provate a chiedervi come possono conciliarsi una comunicazione che si definisce libera ed indipendente col lavoro per brand (cioè per aziende dello stesso settore) e che quindi convivono nella stessa casa e col danaro che serve a finanziare altri eventuali acquisizioni oltre che gli stipendi della gente che scrive e vi lavora...libera ed indipendente!!
Sia chiaro nessuno è escluso da questo "Grande Circo" che riguarda cuochi come pizzaioli ed altre categorie del settore. Anche su queste pagine ho recentemente letto (ma come mi ha confessato l'Editore: "non mi è mai piaciuto fare il censore") un lungo servizio dedicato a talune "eccellenze campane" (per carità, saranno tutte tali) ma dove nelle 280 righe del servizio, ve ne sono ben oltre 200 dedicate solo a citazioni di nominativi-persone, operatori e locali vari (ristoranti, ecc.) e tutti con aggettivi solamente che declamatori.
Quindi state tutti tranquilli cari Amici di Spaghetti Italiani e del Cuochino, che con la propria libera filosofia sa dare spazio alla cucina concreta d'ogni tipo, soprattutto al di là di stelle, cappelli e posizioni nelle classifiche varie, se no dovremmo dare ragione al noto autore televisivo e scrittore umorista Michele Serra che dichiara: "Il giornalista di cibo o sport non fa vero giornalismo. È un giornalismo minore, nato per via dell' educazione alla speculazione ricevuta in casa."

 

 

 

 

  • Commenti
  • Aggiungi un commento


Non sono presenti commenti in questo Articolo


Buona notte anonimo


Per aggiungere un commento devi essere registrato/a e loggarti


Fai il Login

Non hai un account? registrati o registra la tua attività.

 

Galleria fotografica:

Libertà di esprimere il proprio pensiero sancito dalla Costituzione

 

 

 

 

 

 

 

Pacchetto Ristorazione

Menù digitale multilingue e Servizio QRCode, Assistenza Marketing, Tenuta del Registro delle Presenze, ...

nuove opportunità e servizi innovativi per aumentare il tuo business