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Il 30 novembre a Tramonti (SA)
si celebra il Tintore a
"Il Mosto che diventa Vino"

 

Domenica 30 novembre l'Associazione Gete, nata due anni fa nell'omonima frazione di Tramonti (SA) dall'impegno di una ventina di soci (coltivatori e appassionati), ha promosso un happening in cui spiccano sapori, tradizioni e il patrimonio vitivinicolo locale che ha proprio nel Tintore, il suo vitigno autoctono, il protagonista dello sviluppo territoriale.

"Il Mosto che diventa Vino", l'iniziativa dedicata al Tintore e sostenuta dalla Regione Campania, Assessorato all'Agricoltura, e dal Comune di Tramonti, prenderà il via domenica 30 novembre alle ore 10.30 con il "Il percorso degli Asceti" attraverso il paesaggio culturale di Gete lungo il quale verranno inoltre allestiti il Mercatino del Biologico e la Mostra Mercato delle tipicità, delle arti e dei mestieri tramontini. Poi, la visita ai vigneti centenari e alle grotte della zona alta di "Gete". Contempora-neamente, nella Cappella Rupestre, risalente al secolo VIII, si svolgerà a partire dalle 11.30 la tavola rotonda dal titolo "Il Tintore ed il turismo enogastronomico - La qualità delle produzioni vitivinicole della Costa D'Amalfi: salubrità, sicurezza, caratteristiche organolettiche e nutrizionali". Interverranno rappresentanti delle istituzioni pubbliche di Regione, Provincia e enti locali, viticoltori, produttori di Tramonti, esperti a livello nazionale di marketing e di enogastronomia, giornalisti del settore.

Tramonti, con i suoi terrazzamenti e suoi prodotti tipici, è da considerarsi l'altra faccia della Costiera Amalfitana, quella più produttiva e anche per questo sempre più vocata a quel turismo attento alle tradizioni e alle sollecitazioni della storia. Una civiltà che continua a mantenere in vita antiche usanze e antichi mestieri come la lavorazione dei formaggi e delle ceste di vimini, oltre alla coltivazione dei suoi vitigni ultracentenari che si dipanano con fitte trame su pergolati retti da impalcature fatte con pali di castagno. Un'autentica rarità nel panorama viticolo internazionale, ma anche l'eredità della metodologia di allevamento che si utilizzava migliaia di anni fa con gli etruschi che popolavano questa zona. Degli antichi vitigni, che hanno fatto la storia e la fortuna dei vini della sottozona Doc di Tramonti, molti risultano essere ancora produttivi e per giunta su piede franco, proprio perché scampati alla fillossera. Si tratta di uve strettamente legate al territorio e in qualche caso esclusive dell'entroterra amalfitano come il Tintore, appunto, in qualche caso vinificato in purezza. Un tentativo che anche le cantine della zona hanno esperito già dallo scorso anno introducendo sul mercato un altro prodotto di nicchia dalle straordinarie potenzialità.

L'evento vuole offrire un viaggio nella cultura contadina dei luoghi, attraverso cui conoscere le fasi di produzione e i metodi di lavorazione dei pregiati vini Doc di Tramonti e scoprire, nel contempo, le già acclarate potenzialità del centenario Tintore, una delle trentaquattro varietà autoctone presenti in Campania.

 

Laura Gambacorta