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7 Settembre - Velodromo Borsellino - ore 21.30 - Fiorello in Fiore, nessuno e centomila - Palchetto della Musica di piazza Castelnuovo - ore 19 - concerto del Quartetto Bandaluna - Santa Maria dello Spasimo - ore 21.30 - Requiem Remediae teatri di e con Patrizia Baluci - Giardini sopra lo Spasimo - ore 23 - L’Ammaru d’argento, concerto di Sara Cappello - Teatro di Verdura - ore 21.30 - Omaggio a Frank Sinatra - Villa Trabia - ore 21.30 - Davanti a San Pietro di Massimo Romano - Passo di Rigano - ore 21.30 - spettacolo di cabaret con Toti e Totino - piazza Monte di Pietà - ore 21.30 - concerto di Roberto Superchi dal titolo Canzone galeotta, perché mi hai fatto innamorare.

 

Reduce da una stagione d’oro, in televisione prima e in radio poi, accanto a Marco Baldini; carico di premi (due Telegatti e due Oscar tv per il miglior varietà “Stasera pago io” e come personaggio dell’anno), Fiorello torna nella sua Sicilia per tenere a battesimo La Festa della Provincia, giunta alla sua sesta edizione.
L’artista di Augusta sarà a Palermo, al velodromo “Paolo Borsellino”, sabato 7 settembre, per la serata inaugurale della rassegna ideata e promossa dall’amministrazione di Palazzo Comitini, e in programma dal 2 al 20 settembre.
A partire dalle 21.30 circa - dopo la tradizionale sfilata dei sindaci e dei gonfaloni degli ottantadue comuni - Fiorello presenterà in anteprima il suo nuovo show dal titolo pirandelliano Fiore, nessuno e centomila, lo stesso che porterà in tournèe a partire da metà ottobre. “Il più amato dagli italiani” ha ripreso le fila dello spettacolo del sabato sera su RaiUno e da lì è partito per una nuova avventura, nuovi personaggi, improvvisazioni, giochi di voce e di note, monologhi ispirati alla vita quotidiana, gags e battute, in un crescendo esplosivo, rigorosamente senza scaletta e senza copione.
E ancora, la musica, protagonista incontrastata delle esibizioni dell’artista: in questo show in particolare Fiorello darà fondo alla sua passione per la canzone italiana, rivisitata e amalgamata con i miti internazionali, in un’affettuosa parodia che è anche un tenero omaggio ai grandi nomi che gli hanno portato fortuna durante lunga gavetta e nei primi successi televisivi: Baglioni, Cocciante, Jovanotti, Venditti, Presley, ma anche i giovani Lunapop. Da qui il titolo dello spettacolo: Fiorello si reinventa, cambia idenità, in un gioco pirandelliano di trasformismi senza soluzione di continuità.
Comune denominatore delle due ore di performance, l’incrollabile spensieratezza di un eterno ragazzo di quarant’anni. Con lui, sulla scena, il fedele Tommasino Accardo - con l’immancabile baffo latino e la coppola nera - i vocalist Stefano De Maco e Lola Feghaly, e dieci musicisti, scelti tra i migliori strumentisti del panorama italiano: Enrico Cremonesi (tastiere), Massimo Pacciani (batterie), Carmelo Isgrò (basso), Antonello Coraduzza (chitarra), Massimo Zanotti (trombone), Michel Rosen (sassofono), Daniele Giardina (tromba), Valerio Felice Galla (percussioni).
 

Alle ore 19, al Palchetto della Musica di piazza Castelnuovo, nell’ambito del “Teatrodelsole festival”, la rassegna “Pomeriggi musicali nella Città di Palermo”, organizzata dal Comune e dall’Ars Nova, presenta il Quartetto Bandaluna, che presenta brani dal repertorio jazz standard. Ingresso libero.

 

Alle 21.30, nel complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo (via Spasimo 13), Requiem Remediae teatri, in memoria a “Il canto del cigno” di Čechov, di e con Patrizia Baluci. “Requiem” fa allusione all’opera classica di Ovidio “Remediae Amoris”, che riassume l’esperienza d’amare come esperienza di sofferenza e i suoi rimedi per neutralizzarne gli effetti. L’amante, il poeta è schiavo della sua donna e della sua passione, ma ama la sua sofferenza perché condizione del suo fare poesia. Guarigione che fallisce e guarigione che riesce sono la medesima cosa. Non si può guarire e continuare a fare poesia. Non si può guarire e continuare a fare il teatro. La scrittura scaturisce anche da elaborazioni, esperienze, umane, artistiche e personali. Ne viene fuori il mondo dell’attore con il suo mal de vivre. Aleggia nello spettacolo, a mo’ di memoria il fantasma de “Il canto del cigno”. L’atto unico di Čechov vede il

Patrizia Baluci

protagonista e anziano attore sul viale del tramonto e il momento della diversità diventa un lungo e infinito monologo dell’attore che, nell’illuminazione interiore avuta da un momento di crisi, sente la sua esistenza degradata ed è pervaso dal sentimento della morte. La diversità, diventa poi sogno di liberazione, desiderio di fuggire dalle meschinità e banalità di una vita come quella del personaggio monologante. Per il vecchio attore che abbandona per sempre le scene c’è la redenzione. Il requiem è per tutto quello che di marcio c’è nel teatro. Il linguaggio attraverso cui la scrittura si esprime è il dialetto messinese, il mio dialetto. Pertanto all’interno dello spettacolo si avvertono richiami linguistici vicini a un genere di teatro che ricorre al dialetto per produrre drammaturgia. Il messaggio ultimo racchiuso in questo lavoro non aderisce ad una “volontà” di contestualizzare riguardo al teatro una situazione espressiva o il suo specifico funzionamento, ma vuole solo lasciare allo spettatore –se è disposto- la possibilità di cogliere un mondo. Come in “Remediae Amoris” l’obiettivo è sospendere il corso degli insegnamenti curativi per lasciare spazio alla dichiarazione di una poetica. Ingresso gratuito.

 

Alle 23, nei Giardini sopra le mura dello Spasimo (via Spasimo 13), L’Ammaru d’argento, concerto di Sara Cappello: il mare, un mito ambiguo, alimentato dalla dura esperienza delle avversità sopportate dalla gente che lo vive e nel cui immaginario è depositato un ampio patrimonio di credenze e pregiudizi che hanno dato vita alla letteratura orale della “cultura del mare”, costituita da un immenso corpus di proverbi, canti, fiabe, leggende, novelle. A questo suggestivo humus, ricco di contenuti, liberamente si ispira il concerto di Sara Cappello, che inventa un suo originale percorso nell'intento di raccontare il “suo mare”, un mare, onnipresente, amato ed odiato, in una dimensione fantastica, come scenario da evocare in ricordo onirico ed in canto. Il suo mare, come ricordo e viaggio, metafora della vita; come storia del Mediterraneo e del nostro passato con le sue leggende, come irreale convegno di strane creature delle acque, sirene, pirati, pesci fatati, con le fantasiose rappresentazioni che sublimano la paura dell'ignoto; il mare delle partenze, del duro lavoro, delle attese e del ritorno, la separazione ed il rischio; il mare dei racconti in canto degli amori, del gioco degli affetti gioiosi e doloranti, veicolati dall' invenzione fiabesca. Antichi brani tratti dal Favara, Pitrè, Salamone Marino, grandi ricercatori del passato, e brani composti dall'autrice, costituiscono il vario repertorio dello spettacolo teso a sottolineare ancora una volta, il desiderio di salvaguardare, recuperandola, la memoria popolare della propria terra. Ingresso gratuito.

 

Per la sezione musica del “Teatrodelsole festival”, alle 21.30, al Teatro di Verdura (viale del Fante 70/D), Omaggio a Frank Sinatra. Questo concerto è qualcosa di più di un revival di musiche del grande artista italo-americano. Le sue interpretazioni hanno fatto il giro del mondo abbattendo qualunque barriera, da quella culturale a quella linguistica, da quella anagrafica a quella artistica. Una grande orchestra sinfonica presenterà alcune delle canzoni più belle che Sinatra ha legato al suo nome. Al Pianoforte solista il Maestro Antonio Davì e alla direzione d’orchestra il maestro Gaetano Colajanni. Sarà una serata che profumerà di leggenda. Biglietto 5 euro.

 

Alle 21.30, a Villa Trabia (ingresso da via Almeyda), sarà rappresentato Davanti a San Pietro di Massimo Romano. Regia di Massimo Romano. “Davanti a San Pietro” è una gustosa farsa in due atti che ripropone, in termini di attualità, uno dei motivi più ricorrenti ed archetipi del teatro comico: il giudizio post mortem di due contendenti. Biglietto 3 euro.

 

Sempre alle 21.30, nella piazza di Passo di Rigano, spettacolo di cabaret con Toti e Totino: unico nel suo genere, il duo storico del cabaret palermitano, mette in scena uno spettacolo che rivisita in maniera esilarante le origini del classico varietà, il tutto arricchito dal simpaticissimo accento palermitano. Ingresso libero.

 

Sempre per la sezione musica del “Teatrodelsole festival”, alle 21,30, in piazza Monte di Pietà, concerto di Roberto Superchi, dal titolo Canzone galeotta, perché mi hai fatto innamorare. Roberto Superchi da oltre 30 anni sulla scena musicale Italiana, dapprima in maniera professionale con una sua orchestra e in seguito, tra i primi capoanimatori dei villaggi turistici più rinomati (Valtur, Club Vacanze, Grandi Viaggi Aquarius ecc), occupandosi di “tutto quanto fa spettacolo”. Adesso vive a Palermo, dove, solamente per hobby e per un proprio piacere si diverte ad organizzare serate musicali con canzoni "live" e a ripercorrere con il suo pubblico, in maniera intrigante e abbastanza scanzonata, quei tracciati musicali che partendo dagli anni 60 lo portano fino ai nostri giorni. Canzone galeotta nasce da questa idea. Lo spettacolo sarà una vera e propria dedica alle balere degli anni 60 e a quei locali, il più delle volte modesti, dove tra occhiate assassine e timide avance si consumavano facili innamoramenti e vorticose emozioni. Per chi ha vissuto quegli anni sarà il momento dei ricordi, per chi è più giovane sarà un'occasione per avvicinarsi ad un periodo irripetibile, ad uno stile di vita che oggi fa sorridere ma che è già "storia". La storia di quando la televisione era un lusso per pochi, l'orologio d'oro al polso una meta da raggiungere e l'elettrodomestico in vetrina un sogno quasi inattuabile, la storia di un'Italia che oggi non è più ma che suscita tanta nostalgia e tenerezza. E Roberto Superchi, bravissimo sulla scena, attraverserà il vastissimo repertorio di canzoni Italiane e straniere, accompagnandoci con grande sensibilità e sentimento fra quelle note “galeotte” che rapirono appunto i nostri cuori. Ingresso libero.