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Lo Spazio Musica di Spaghettitaliani

La nostra recensione

Gran Calavera Elettrica - Cesare Basile

1 Cantico dei tarantati 1:55
2 A che serve lo zolfo 3:40
3 In coda 3:41
4 Apocrifo 2:49
5 Senza sonno 4:46
6 Tutto tranquillo 2:38
7 Waltz # 4 2:01
8 Trave 2:46
9 Orto degli ulivi 2:57
10 L'albero di Giuda 3:45
11 Pietra bianca 3:14
12 Primo concime 3:36
13 Little bit of rain 2:42


Cesare Basile

voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, banjo, armonica, percussioni

Marcello Caudullo

chitarra elettrica, rhodes, organo, marranzano

Marcello Sorge

batteria

Peppe Sindona

basso elettrico, basso acustico

Valentina Calvagna

voce

Lorenzo Corti

chitarra elettrica, drill

John Parish

chitarra elettrica, rhodes, organo

Nada Malanima

voce in 5

Marta Collica

voce in 12

Daniela Ardito

radio line in 10

Angelo Cipria

primo violino

Antonio D'Amico

secondo violino

Fabio Di Stefano

viola

Giuseppe Bullace

violoncello

Cesare Basile

 


Canzoni di Cesare Basile.

Archi scritti e diretti da John Bonnar.

Prodotto e da John Parish e Cesare Basile.

Produzione: Valerio Soave - 2003 Mescal

Booking: Mescal live

Info: Mescal - info@mescal.it - www.mescal.it

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La recensione

di Mario Corsini

18/11/2003

 

..vi ostinate ad ascoltare l'ultimo CD di Lucio Dalla? credete che il cantautorato italiano abbia raggiunto la sua "aurea maturità?

Ascoltate allora l'ultimo lavoro di Cesare Basile e capirete che all'ombra di labels più o meno indipendenti sta maturando (e Basile non è certo al suo esordio..) una nuova generazione che ha rabbia idee e voglia di urlarle. Al primo ascolto forse potrà deprimervi, vi potrà sembrare della stessa tinta marrone scuro che ne domina la copertina e la confezione tutta. Può fare sentire sotto i vostri piedi lo scricchiolio di quella trave che da il titolo ad uno dei suoi brani, temendo che crolli improvvisamente precipitandovi nel letame denso della depressione. Ed ancora scintillare del giallo di una lampada ad acetilene che illumina la miniera di "A che serve lo zolfo" sino a darvi la sgradevole sensazione che non ci sia più altra luce!

Se tuttavia ci si abbandona un attimo, se si tengono ben aperte le orecchie e la mente si scoprirà che questa è disperazione che produce rabbia; e la rabbia genera consapevolezza e questa consapevolezza fa crescere.. Si finirà per ritrovarsi sotto "l'albero di Giuda" insieme ad altri "spostati", ma non per uno sterile suicidio ma per sentire che "qualcosa brucia!"

Insomma Basile, leggo, è catanese, che nel 1987 era in un gruppo chiamato "Candida Lilith", poi nei Kid Squad a Roma, poi di nuovo a Catania con i Quartered Shadows.. Poi un periodo a fare musica ed altro in Germania, ed infine a Catania ha iniziato la sua carriera da solista di cui questo Cd, prodotto da John Parish collaboratore di P.J.Harvey, costituisce il quarto capitolo. Un album dalle tonalità cupe e stridenti, talora criptico nei testi e nell'atmosfera, ma intenso ed originale come pochi dell'ultimo periodo!.. Dove una straordinaria Nada, nel brano "Senza sonno" riesce a urlare di più in un inquietante attacco per sola voce e chitarra acustica che nella successiva esplosione rock.

Dove nella già citata "A che serve lo zolfo" si compenetra la frustrazione di chi, per aver troppo vissuto sotto terra può smarrirsi per sempre senza neanche capirne il motivo o un fine superiore ..

Un Cd dove, citando Bradbury, si inneggia allo speciale talento della morte che mette "In coda" uomini che pensavano di mimetizzarla nella vita.. Dove un walzer elettro acustico alla Tom Waits ciondola sgangherato.. Dove marranzani ed elettronica, banjo e chitarre metalliche, folk dei tarantolati e processioni dark alla Nick Cave, sussurri che precedono esplosioni improvvise sfiorano talvolta lo sconvolgimento di chi ascolta..

E voi che continuate a degustare l'ultimo Cd di Lucio Dalla!!

Mario Corsini