A Napoli il primo workshop sulla Medicina Narrativa e l'umanizzazione delle cure nell'era della Precision Medicine Obiettivo del workshop fornire a medici, operatori sanitari e pazienti gli strumenti per arginare la deriva tecnicistica del rapporto tra l'ammalato e chi deve prendersene cura con particolare attenzione rivolta alla comunicazione tra clinici, pazienti e caregivers per rimettere al centro l'ammalato, che grazie ai suoi "racconti" può diventare parte attiva nella terapia. articolo inserito su spaghettitaliani da Nicola Rivieccio
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Articolo inserito da Nicola Rivieccio il giorno 10/11/2017 alle ore 13.27.29

A Napoli il primo workshop sulla Medicina Narrativa e l'umanizzazione delle cure nell'era della Precision Medicine Obiettivo del workshop fornire a medici, operatori sanitari e pazienti gli strumenti per arginare la deriva tecnicistica del rapporto tra l'ammalato e chi deve prendersene cura con particolare attenzione rivolta alla comunicazione tra clinici, pazienti e caregivers per rimettere al centro l'ammalato, che grazie ai suoi "racconti" può diventare parte attiva nella terapia.

 

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Il progresso della medicina rende sempre più efficaci le terapie ma sta inesorabilmente modificando il rapporto tra medici, operatori sanitari e paziente. Oggi si tende a fotografare ogni caso attraverso analisi, dati e parametri e l'ammalato è una figura sempre più astratta, che ha sempre meno possibilità di "parlare" e farsi "ascoltare". Per parlare di come arginare questa deriva aggravata dalla mancanza di comunicazione tra operatori sanitari e pazienti, Napoli, nella Sala Convegni della Croce Rossa Italiana in Via San Tommaso d'Aquino 15 ospita il primo Workshop dal titolo L'Ematologia, l'Oncologia e la Medicina del Dolore tra umanizzazione delle cure e Precision Medicine organizzato da Beniamino Casale, Responsabile IPAS Terapie Molecolari e Immunologiche in Oncologia - A.O. dei Colli e da Carlo Negri, Socio e Amministratore di Napolilab, società di consulenza marketing, con il supporto di NfC e Napolilab.

Scopo della giornata dedicata a medici, infermieri, pazienti e caregivers, rivalutare una medicina che rimetta "al centro" il paziente in quanto persona da ascoltare perché attraverso le sue storie può dare un grande aiuto ai sanitari che devono curarlo. Per cui l'obiettivo da perseguire è un miglioramento della comunicazione tra tutte le figure che oltre al medico sono coinvolte nel processo di cura: dagli infermieri, che rivestono un ruolo cardine come punto di collegamento tra il paziente, il medico, il reparto e l'intero sistema di riferimento a tutti gli attori del sistema salute, compresi i "caregivers" che ruotano intorno all'ammalato.

Tra le metodiche volte a migliorare la comunicazione in campo medico spesso sono utilizzate anche la programmazione neurolinguistica o pnl e la mindfulness, che è una particolare tecnica psicologica di meditazione. Ma l'incontro napoletano riserva particolare attenzione alla Medicina Narrativa: "Con questo termine - afferma Beniamino Casale - intendiamo una metodologia d'intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione infatti permette di acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista, migliorando la partecipazione del paziente. Inoltre la Medicina Narrativa si integra con l'Evidence-Based Medicine (EBM) perché personalizza il percorso di cura rimanendo in linea con le indicazioni di quest'ultima: ma la pluralità delle prospettive rende le decisioni più complete e appropriate. Le Medical Humanities, con il loro approccio multidisciplinare intendono fornire alla medicina e a tutti i soggetti coinvolti gli strumenti necessari per comprendere le malattie e la salute in un contesto sociale e culturale più esteso, al fine di favorire una maggiore comprensione empatica di sé, dell'altro e del processo terapeutico".

Ma per ottenere risultati soddisfacenti non basta un singolo incontro: "Per raggiungere questi obiettivi - conclude Carlo Negri - occorre sviluppare una competenza relazionale che oggi ancora non rientra nella preparazione accademica dei medici e degli operatori sanitari ma è affidata alle sole capacità personali. Questo convegno vuole rappresentare un primo approccio per favorire una integrazione tra Medicina Narrativa e Precision Medicine, al fine di realizzare una autentica medicina centrata sul paziente."

A caratterizzare il workshop articolato in due sessioni, quella del mattino incentrata sulla parte scientifica e quella pomeridiana riguardante la comunicazione. Ad introdurre i lavori Beniamino Casale, responsabile scientifico convegno con la spiegazione degli obiettivi del corso insieme ai saluti di Marcello Gentile, Primario Urologia Casa di Cura Santa Rita di Avellino; Paolo Monorchio, presidente Croce Rossa Italiana comitato Napoli e provincia; Alfonso Papa, direttore U.O.S.D. Terapia antalgica A.O. Dei Colli. Al centro della sessione pomeridiana introdotta dai saluti di Antonio Corcione, Responsabile Regionale Trapianti e Direttore Dipartimento Area Critica A.O. dei Colli, gli interventi di Giacomo Cartenì, Direttore U.O.C. Oncologia Medica A.O.R.N. A. Cardarelli; Giorgio Iaconetta, Direttore Cattedra e Clinica Neurochirurgica A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona; Francovito Piantedosi, Direttore U.O.S.D. DH pneumologico A.O. dei Colli.

 

 

 

 

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