Presentazione del libro La buona Pizza: storie di ingredienti, territori e pizzaioli di Tania Mauri e Luciana Squadrilli. fotografie di Alessandra Farinelli, prefazione di Don Pasta articolo inserito su spaghettitaliani da Margherita Salice
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Articolo inserito da Margherita Salice il giorno 14/07/2016 alle ore 19.24.59

Presentazione del libro La buona Pizza: storie di ingredienti, territori e pizzaioli di Tania Mauri e Luciana Squadrilli. fotografie di Alessandra Farinelli, prefazione di Don Pasta

 

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Oggi voglio raccontarvi un viaggio nella bellezza e nel gusto, un viaggio lungo un giorno per presentarne uno lungo un anno.
Si parte con la navetta che attraversa il cuore di Napoli per portarci fino ad uno dei suoi polmoni verdi, il bosco di Capodimonte. Qui, tra gli splendidi arazzi della sala dell'Auditorium, c'è la presentazione del libro "La buona pizza".
Le tre giovani, simpatiche e bravissime autrici hanno raccontato, per i tipi dell'editrice Giunti, un anno in giro per l'Italia, seguendo le orme del prodotto gastronomico tricolore per antonomasia: la pizza. Un diario di viaggio pieno di aneddoti, ricette e spunti, che traccia un nuovo modo di scrivere di cucina, in antitesi con la banalitá di certi "spadellamenti televisivi".
A presentare il volume, redatto in maniera magistralmente accattivante da Tania Mauri e Luciana Squadrilli e splendidamente illustrato da Alessandra Farinelli, si alternano ospiti che arricchiscono l'evento con interventi ricchi di spunti di grande interesse.
Marco Bolasco, forte della sua esperienza di Slow food, racconta la nuova visione di filiera corta, che riesce a bypassare la grande distribuzione, trovando nella pizzeria artigianale un nuovo, eccellente interlocutore; il professor Fabrizio Mangoni ricorda la storia della pizza, alimento "povero" messo insieme con ingredienti raccolti al momento, che sfamò Enea ed i suoi, realizzando la profezia di Ascanio che aveva vaticinato come, allorchè per sfamarsi avessero dovuto ricorrere alle "mensae" (così allora veniva chiamata la pasta base di quella che sarebbe diventata la nostra pizza) lì sarebbe sorta la grande cittá che sará poi Roma. Le "mensae" diventeranno poi "tonde come un abbraccio", quello con cui idealmente i vari interventi si ricollegano al bel volume presentato e alle sue tre valenti autrici, e ripeteranno in una storia secolare la magia alchemica della trasformazione di acqua, grano e fuoco in pura gioia dei sensi, quella che Tania, Alessandra e Luciana hanno incontrato "on the road" e raccontato in dieci tappe, tra giovani laureati con lo sguardo rivolto gioiosamente ad un futuro che ha di nuovo solide radici nelle antiche tradizioni contadine abbracciate oggi con rinnovato ottimismo.
Gli avvocati Umberto Masucci, presidente dei Propeller Clubs, ed Errico De Lorenzo, che presiede l'Associazione "Amici di Capodimonte", nel ricordare i recenti eventi culturali che lo hanno visto protagonista nelle cucine della "Amerigo Vespucci", introducono uno dei dieci testimonial de "La buona pizza", il nostro Enzo Coccia. Il notissimo maestro pizzaiolo, nel ricordare come la recente riforma Franceschini abbia decisamente migliorato, unificandola, la gestione e quindi la fruibilitá dei beni culturali, introduce la seconda parte di questa giornata dedicata al gusto e alla cultura.

La navetta ci conduce ai "giardini delle delizie", dove, nell'antico forno reale, durante una festa voluta da Maria Carolina, fu preparata quella delizia tricolorata di pomodoro, mozzarella e basilico che sarebbe poi stata prescelta e battezzata col nome della regina, Margherita. E qui, all'ombra della torre che guarda al Vesuvio, in una atmosfera particolare assaggiamo l'ottima pizza di Enzo Coccia cotta proprio nel forno delle cucine reali... e con un ottimo aglianico brindiamo a quegli elementi che da sempre rendono speciale una pizza "buona": l'amore con cui è lavorata, l' energia dei componenti e il valore simbolico che da sempre l'accompagna: come ebbe a dire la famosa Brandi, la margherita è sì la pizza del tricolore, ma è anche un fiore!
E nel congedarci con questo aneddoto, Enzo Coccia, artigiano stregato dalla cultura che permea il sito di Capodimonte, ci invita a ricordare il significato che la parola "simbolo" ha in latino, quello di UNIONE. Una magia, quella di UNIRE ed armonizzare, che a sua maestá LA BUONA PIZZA riesce, da sempre.

 

 

 

 

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