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Elaborato da Gino Adamo e realizzato da Luigi Farina

Data ultima revisione: 25 Maggio 2001

La gastronomia

Scritta "Cenni storici"

La gastronomia nella storia e nella letteratura




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Per la donna maya la giornata comincia presto: alle quattro del mattino.

Ix Zubin è una donna giovane, d’incarnato piuttosto scuro, di piccola statura ma di forte complessione fisica. Si lava in fretta, indi si accovaccia dinanzi al focolare, soffia sulla cenere per ravvivare gli ultimi tizzoni del fuoco del giorno prima. L’operazione si rende necessaria anche per farsi luce, poiché l’ambiente circostante è ancora immerso nel buio della notte. Prende un paiolo pesante e lo porta fuori della capanna, ne versa il contenuto - granturco a bagno nell’acqua con un po’ di calce - in una sorta di colabrodo elementare, fatto crivellando di buchi una zucca. E mentre l’acqua in cui è sciolta la calce si disperde nel terreno, la donna risciacqua ripetutamente il granturco nella zucca. I chicchi si staccano facilmente dalla pannocchia ammorbidita dalle passate a bagno nell’acqua e calce. Presto il granturco sarà pronto da stemperare nel metate.

Il villaggio si è frattanto svegliato e risuona del rumore secco e inconfondibile dei pestelli nei mortai: tutte le altre donne sono in piedi. A colpi ritmati la giovane donna pesta i grani di granturco e ne ammucchia il contenuto molle in un unico blocco, via via più voluminoso. Mette sul fuoco la pentola dei fagioli neri avanzati la sera prima. Aggiunge al fuoco altra legna, poi accovacciata dinanzi ad un ceppo dalla testa liscia, presa una manciata di pasta dal blocco di granturco schiacciato comincia a stemperarla con le dita su una foglia larga. I rumori del mattino frattanto svegliano Cuk, il marito, che si è levato prontamente dal giaciglio. Non è ancora spuntata l’aurora: affacciandosi alla porta della capanna Cuk vede subito Venere accesa ad est poco sopra l’orizzonte. Il pianeta gli ricorda che è il giorno fissato per la caccia.  Mangia avidamente le tenere e gustose tortillas preparate dalla laboriosa e silenziosa compagna, e si veste per intraprendere l’impresa.

La donna maya, tradizionalmente mite e sottomessa, non parla mai per prima al mattino, ma quel giorno Ix Zubin trasgredisce alla norma. Annuncia al marito di aver sognato un serpente. Non aggiunge altro, nè occorre: fra i Maya sognare un serpente è il segno propizio di un’imminente gravidanza. Cuk sta dunque per avere un figlio … Ne è profondamente emozionato, ma non commenta. Gli uomini maya erano educati fin dall’infanzia a controllare le proprie emozioni.

 

Liberamente tratto da «The Rise and Fall of Maya Civilisation», 1966 by The University of Oklahoma Press.  Ediz.it. “La Civiltà dei Maya  di J.Eric S. Thompson.  Einaudi, 1970 (pp.218-219).

 

 

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