Valentino Bianchi

(sassofono)

Voi siete tutti diplomati al conservatorio e fondete molto bene le vostre varie esperienze di studi classici con il jazz e la musica rock, come dimostra le cover "Highway Star" dei Deep Purple che spesso eseguite. Come riuscite a fondere tutti questi generi insieme e quale sentite più vostro?

Noi apprezziamo tutte le espressioni musicali belle, esteticamente ed acusticamente belle ed appaganti, quindi non ci poniamo dei limiti a livello di genere musicale, di periodo. Ci può piacere Bach, come ci può piacere Jimy Hendrix, come ci possono piacere i post-mooderni. Questa è proprio la nostra caratteristica che ci permette anche di saltare da un genere all'altro, e nella migliore delle ipotesi anche di mischiare i vari generi musicali. Sicuramente gli anni di studio passati in conservatorio ci hanno insegnato la musica classica, le regole che ci stanno dietro, e le tantissime cose che sono state scritte nei secoli scorsi. Però poi, come tanti giovani, o ex-giovani, abbiamo

ascoltato anche la musica rock, e anche jazz, quindi ci piace un po' spaziare fra i vari generi.

Venite dalla Romagna, dove la cultura gastronomica è molto sentita. Andando in giro con la vostra musica, venendo in contatto con la gastronomia delle altre regioni, sperimenti la cucina del posto o sei legato ad un tuo standard?

Noi viaggiamo molto, ed è un problema che si pone, visto che siamo legati alle nostre tradizioni anche gastronomiche, anche culinarie, perchè riteniamo che da noi si mangi bene, e questo non lo diciamo solo noi, lo dicono tutti. Io tuttavia appartengo alla schiera di quelli che preferiscono provare le specialità del luogo, sopratutto quando si va in certi posti come Palermo, o Catania devo anche dire, o altri posti del meridione dove si mangia benissimo, sono tradizioni piuttosto diverse dalla nostra. Io comunque sono veramente uno sperimentatore, mi piace la cucina etnica, anche internazionale, intercontinentale: mi piace la cucina orientale, l'indiana, la cinese, la giapponese. Quindi a maggior ragione, visto che in Italia ci sono delle tradizioni eccellenti, molto radicate, mi piace provare quello che si cucina in loco. Io non sarò mai uno che va nel ristorante italiano a Londra o a Barcellona, a maggior ragione quando vengo in Sicilia, a Palermo sopratutto: pasta con le sarde, se è possibile, e tutte le altre cose buone che si mangiano qua.

Con il vino che rapporto hai?

Ho un ottimo rapporto con il vino e con tutti gli alcolici in generale, nel senso che quando sono buoni distillati mi piace bere, senza eccedere, però mi piace. Fra l'altro il vino siciliano è molto buono, è diverso dal nostro, perchè è molto robusto, mentre noi abbiamo vini più leggeri, più da tavola, per esempio il Nero d'Avola che si trova qua è un vino eccellente, è un vino che da noi non si trova, per non parlare dei vari Marsala, che sono un po' più liquorosi e sono buonissimi, e che da noi non si bevono.

 

Questa pagina fa parte dell'intervista di Luigi farina ai Quintorigo del 24/06/2004 per Musica con Gusto. Se hai aperto questa pagina separatamente e vuoi vedere l'intera intervista clicca qui.