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Spaghetti Italiani - Portale di Gastronomia

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28 Agosto 2003 – Palermo - Piazza Magione - Shel Shapiro in concerto

 

Le foto del concerto


 

INTERVISTA A SHEL SHAPIRO

di Luigi Farina

 

Palermo 28 Agosto 2003 ore 20.00 - Mi trovo a Piazza Magione dove Shel Shapiro ha appena finito di provare per il concerto di questa sera. Shel accetta di buon grado l'intervista, quindi ci accomodiamo nel suo camerino.

 

Tu stai chiudendo questa mini-rassegna organizzata dal comune sugli anni '60...

Si ma gli anni '60 non c'entrano niente. Cosa c'entrano? C'entrano solo perchè eravamo nati, per il resto non c'entrano niente.

Allora non parliamo degli anni '60.

Bravo!

Parliamo di oggi: per un lungo periodo, hai fatto tante cose, hai viaggiato tanto, anche se sei rimasto legato al mondo della musica. Adesso sei tornato a calcare i palchi, a ripresentarti al tuo pubblico e a riproporti con la tua musica, cosa ti ha spinto a questo ritorno?

La disperazione! Non so. La vita è piena di priorità, secondo me, che cambiano in continuazione. Vuol dire che negli ultimi due, tre anni c'è stata la priorità di farmi riconoscere un'altra volta. Allora cinema, televisione, dischi, concerti. Poi magari la settima prossima mi rompo le palle e vado a casa e non esco più. Hai capito? Non credo! Quello che voglio dire è che nella vita di ognuno di noi le priorità cambiano ogni giorno, e se non cambiano ogni giorno, forse bisognerebbe fermarsi un attimo a chiedersi perchè non cambiano. Un giorno è la priorità dei figli, il giorno dopo di una chitarra che si rompe, però ci sono delle priorità, ed è giusto che siano mobili secondo me.

Il repertorio con cui ti presenti al pubblico oggi, è legato al passato o è nuovo?

Non è legato al passato, è solo legato a me. Cazzo, sono 40 anni che lavoro nella musica, quindi è un po' un riassunto di quello che ho cantato ogni tanto con i Rokes, di quello che ho prodotto come produttore, non so, da Cocciante, a Barbarossa, a Mia Martini, a Mina, a Patty Pravo, ..., come autore anche. Chiaramente, è tutta musica legata, con qualche piccola eccezione, a me, visto che ho scritto, prodotto, cantato,...

Facciamo un salto nell'eno-gastronomia: Che rapporto hai con la cucina italiana, visto anche le tue origini?

Ho un rapporto molto facile, poi io non sono un goloso, cioè, spaghetti, pomodoro e basilico, questo io preferisco. Io trovo che fare un piatto buono di spaghetti pomodoro e basilico è molto più difficile che fare un piatto di spaghetti ai frutti di mare. La semplicità, se non vuoi essere banale, comporta grande difficoltà, grande stile, grande classe, grande qualità anche dei prodotti usati, io adoro la semplicità per questo motivo. Vuoi mangiare una bistecca con un'insalata, se la carne è ottima e l'insalata è buonissima allora è un pasto per un re, se la carne fa schifo e l'insalata è di 5 giorni fa, stai mangiando merda. Hai capito?

Fra le cucine regionali, girando per l'Italia, quale hai apprezzato di più?

Adesso dovrei dire: quella palermitana è la più buona! Visto che sono a Palermo.... Se devo dire cosa penso, la cucina che mi piace di più, per come nasce, è quella toscana, non chiedermi perchè, non saprei. Io trovo che ormai nel mondo, non solamente in Italia, ci sono dei posti dove si mangia divinamente bene, e dei posti dove si mangia di merda, quindi bisogna avere la fortuna di avere un amico che ti indirizza verso un ristorante straordinario. A me piace moltissimo il vino, non sono un intenditore, mi piacerebbe esserlo, ma non ho mai avuto il tempo di fermarmi e di fare un corso di sommelier, o qualcosa del genere. Ho un sacco di amici che producono vino, che hanno vigne. Con la mia ex-moglie abbiamo avuto delle vigne anche noi, però non me ne intendo tantissimo, in genere so se un vino è buono, o no. Poi ci sono dei vini rinomatissimi, che a me non piacciono. Io non capisco le persone che dicono: "Oh mio Dio, questo è Montalcino! Bla, bla..", lo bevono e dicono: "Dio che buono!". Poi magari non è buono, c'è una specie di effetto placebo, secondo me, se io prendo una bottiglia di acqua, per dire, perchè con l'acqua non si potrebbe fare, e metto sopra un'etichetta Montalcino, allora chiunque dice, allora questo è buono. Io non apprezzo la mancanza di senso di critica, trovo che le persone vanno dietro a cosa hanno visto, a cosa hanno sentito dire, e non a quello che hanno vissuto. Hanno visto delle cose in televisione, hanno letto delle cose sui giornali, e vanno dietro a queste, invece che vivere e dire: "Ho provato quel vino l'altro giorno e fa schifo!". In Italia non è neanche logico che i vini costino così tanto, negli ultimi due anni i prezzi dei vini sono praticamente raddoppiati, se non raddoppiati, sono aumentati di almeno il 60%. Io trovo questo ignobile, lo trovo ignobile, non mi interessano i perchè, i costi di produzione, bla, bla, ..., non mi interessa. Un vino francese in un ristorante di un mio amico a Milano è quello meno caro in tutta la lista, e questo non va bene. Così i produttori italiani si fanno fuori da soli. Io trovo queste cose qui allucinanti, e mi sembra segno di grande stupidità, di grande avidità.

Questo succede un po' in tutti i campi!

Assolutamente!

Tornando alla musica, per rimanere in tema a quello che stavamo dicendo, come vedi tutto il caos che caratterizza la musica: musica gratis, Cd cari,... Che ne pensi della crisi della discografia?

Io non sono più uno che vende milioni di dischi, potrebbe anche non fregarmene nulla, mi dispiace però che l'oggetto di cui stiamo parlando, cioè il CD, piuttosto che un microcips, o altro, non abbia più un valore patrimoniale, questo si! Io sono ancora orgoglioso dei libri che compro, non li presto. E' vero che non ho più vent'anni, ma penso di ragionare in modo ancora giovanile, e mi incazzo, non con i ragazzi, ma con la stupidità. Mi dispiace che la musica, nel contenuto specifico di un CD, non abbia un valore patrimoniale, come un libro, o come un disco in vinile di qualche anno fa. Però l'abbiamo insegnato noi ai nostri ragazzi a non dare più valore alla musica in CD. Dico noi, nel senso di una società preoccupata soltanto del profitto. Quando io sento certi discorsi sulla globalizzazione, io sono molto d'accordo, quando sento altri discorsi "no global", sono assolutamente d'accordo anche li. Bisognerebbe saper usare l'intelligenza a far girare il mondo, senza la sete di potere, la ricchezza, lo sfruttamento del profitto. Voglio dire, Nescafè, piuttosto che Coca-Cola, piuttosto che so che cazzo ne so io, dicono: "quest'anno abbiamo fatto il 10% di profitto, l'anno prossimo dobbiamo farne il 12%". Dico io, tieniti il 10%, mangiate tutti, è una società sana, se lo alzi al 12% vuol dire che stai spingendo verso la decadenza di questo benessere, vuol dire che quelli che lavorano per te, probabilmente guadagneranno un po' meno, i prezzi che vanno nei negozi saranno più alti. Quindi sono discorsi di estrema delicatezza, e devo dire che molte volte la grande industria, le grandi società industriali, il grande denaro, secondo me contribuiscono in modo molto negativo a questo stato di cose. Il 99% di queste aziende pensano solo e soltanto al profitto, l'altro 1%, che apparentemente non ci pensa, lo fa un po' per marketing e un po' perchè poi si dice: "così vado in paradiso e non finisco all'inferno", toccandosi i coglioni. Hai capito?

 

Starei ore a chiacchierare con Shel che si dimostra profondo e critico nelle sue risposte, ma purtroppo il tempo è tiranno, allora mi commiato ringraziando vivamente Shel per aver risposto in maniera viva e senza peli nella lingua, come tra l'altro è stata sempre la sua indole.

 

Realizzazione: Luigi Farina ( lfarina52@hotmail.com )

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