Benedetto Croce
(Pulcinella e il personaggio del napoletano
in commedia, 1898) scrive: << Chi si
ostina, dunque, a dare la definizione del
Pulcinella, o prende una sola di quelle
rappresentazioni e arbitrariamente la innalza a
canone,o, cercando il comune tra il particolare,
il costante tra il vario, c'è il rischio che non
gli resti in mano altro che un nome e un
vestito.>>
E Franco C.
Greco (Quante storie per Pulcinella,
1988) aggiunge: << La caratteristica
tipologica di Pulcinella non sta nella sua
identità, ma nella sua orrenda e sacrale,
misterica e fascinosa mancanza di identità:
contenitore amorfo, ha segnalato in un controllo
di varianti esteriori ( maschera, abito,
cappello, bastone, voce-pivetta), la funzione
unitaria del tipo e, nella molteplicità delle
variazioni interiori, la mancanza di una
identità, la negazione di quella unità.>>
Eppure Pulcinella
nasce. E non nasce a Napoli. Nasce in provincia,
ad Acerra, in quella parte della Campania Felix
chiamata Antica Liburia o Terra di Lavoro: il
lavoro dei campi e dei contadini, che aravano le
messi e producevano le cibarie per i napoletani.
Una secolare
tradizione letteraria, fa nascere Pulcinella in
campagna:
Io sono
Policinella Pulcinelli de civitate Cierra.
C. Tiberi,
Escharistumerotos ovvero i contenti d'Amore,
1639
Io sono
gnentelomo della Cerra diventato scaduto e
squinternato e spiantato e accanito persì.
F. Guerrini,
La legge d'amore, 1641
Io me chiammo
lo sio Polecenella Cetrulo ditto lo bello de la
Cerra manciatore de morzellette e stongo de casa
a la chiazzetta.
B. Lassari,
Gli amori disturbati, 1660
M' aggio da
informà, è lo vero, se è venuto chillo de Napole.
E pe chisto vuà buono, cà da Napole e la Cierra
ncè poco; sarà miezo paesano mio, e lo
cognosceraggio!
C.S. Capece,
Il testamento di Pulcinella, 1720
Io songo de l'
Acerra
Ma quanno po me sferra
Ma quanno po m' afferra,
mo ssaje che serra serra
cchiù pevo de na guerra
pote assommare nterra.
Scena popolare
a stampa, secolo XVIII
Io non le
voglio fà manco no vruoccolo,
e p'ammore de patria anze me nfurio:
Non è nato a l'Acerra chisso spruoccolo,
Donca è pe mme Polecenella spurio.
M. Zezza,
Pulcinella patre de famiglia, 1836
Io, Don
Polecenella Cetrulo, nato a la Cerra ntra li
ciucce, e cresciuto e pasciuto a Nnapoli ntra li
sartimanche, sempe malato te mente, e sempe sano
de cuorpo.
M. Zezza,
Rimme de Polecenella Cetrulo, 1836
Ma Pulcinella
nasce anche dall’uovo e da una chioccia che lo
cova.
Egli è un piccolo
pulcino.
Polliciniello
Pulcinella ha perciò gli occhi tondi, il naso da
gallina e la strana voce stridula comune ai
Pulcinelli italiani e stranieri, specialmente se
burattini
Anzi lo stesso
nome di Pullicenella è per ventura derivato
dalla voce latina Pulliceno, colla quale
Sparziano appellò il Pullo Gallinaceo;
perciocchè i pullicenelli imitano col naso
prominente ed adunco, il rostro de' polli.
F.S. Quadrio,
Della storia e della ragione d'ogni poesia,
1744
Pulcinella è un
pessimo parlatore: pare abbia una rana in gola;
par di sentire il corvo, e il suo crocidare
diffonde un cattivo gusto nella parlata.
Plan de réforme
proposé aux Cinq correcteurs de Venise, 1775
Pulcinella è stato
per i classicisti settecenteschi ed
ottocenteschi l' erede di Maccus.
Per loro
Pulcinella ha rappresentato il perdurare in
Campania della tradizione comica delle antiche
Fabulae atellanae.
Itaque Maccus
vetere lingua osca et Pullicinella voce italica
ex dialecto Campaniae deducta, unum et idem sunt.
Così Maccus nell' antica lingua osca e
Pullicinella nella versione italica derivata dal
dialetto campano sono una sola identica cosa.
G. Piccini,
Scheda di stampa, 1729.
Pulcinella è
ancora oggi una maschera del mondo.
Egli è l’inglese
Punch, il francese Polichinelle, lo spagnolo Don
Cristobal, l’olandese Jan Klaassen, il russo
Petruska, il turco Karaghoz.
Punch a short,
hump - backed fellow in a puppet - show. A
contration for Punchinello, which occurs a.d.
1666 (nares). This is a corruption of italian
Pulcinello ( by the change of l into n, the
italian ci being sounded as English chi ).
Pulcinello is the droll clown in neapolitan
comedy: we also find italian Pulcinella, punch,
buffoon.
Gordon Graig,
The Marionette, II, 1918
Là le faemeux
Polichinelle
Qui du theatre est le héros
Quoi qu’un peu libre en ses propos,
Ne fait point rougir le donzelle
Qu’il divertit par se propos
Poesia dedicata
alla principessa Maria, sec. XVII
Je suis
Polichinelle
Qui fait la sentinelle
A la porte de Nesle.
Lettres de
Polichinelle à Jules Mazarin, sec. XVII
Les Espagnol
nous on empruntè Polichinelle qu’ils ont anobli
et qu’ils appellent pompeusment don Cristoval
Pulichinele.
E.Maindron,
Histoire des Marionettes, XIX sec.
Jan Klaassen in
piazza Dan ad Amsterdam è una figura
emblematica. Tutti sanno che quel buffone
impertinente del nostro teatro popolare dei
burattini è molto antico.Si potrebbe dire che
Jan Klaassen aveva dei legami di parentela con i
protagonisti del teatro popolare dei burattini
di molti paesi europei: con Polichinelle, con
Don Cristoval Pulchinela, della Spagna e del
Portogallo, con Petruska della Russia, con
Kasperle, Kasper e Kasparek rispettivamente
dell’ Austria, Germania e Cecoslovacchia ed alla
fine con Punch dell’ Inghilterra che,
d’altronde, occupava un posto anche dominante
nel teatro dei burattini americano.
Il capostipite di questa variegata compagnia è
Pulcinella, proveniente da Napoli.
Hetty Paerl,
Jan Klaassen è tornato, 1990
Pulcinella ha
volato sulle scene teatrali dell' Europa e del
Mondo, ha fatto scrivere, e continua tuttora a
far scrivere su di lui, tante e tante storie.
La nostra storia è
quella della sua fame. Delle sue cibarie. Dei
suoi maccheroni.
La fame di
Pulcinella, come di tutti i commedianti dell’
Arte, è vera fame.
E’ fame viscerale,
è fame che murmura e morde.
E’ la fame delle
genti malnutrite e dei poveri pezzenti.
Pure sugli assi
dei carri itineranti, sulle tavole dei teatri
popolari o di corte la fame di Pulcinella non è
finzione.
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