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Testi di Gino Adamo - Data ultima revisione: 3 Ottobre 2001 Pagina realizzata da Luigi Farina (lfarina52@hotmail.com) |
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La vera cucina mantovana, sodalizio a prezzi fissi
L’attuale cucina mantovana ha radici che risalgono al XIV e XV secolo: essa nasce alla corte dei Gonzaga, per i quali lavoravano stuoli di cuochi di talento che sfornavano decine di pietanze così prelibate che, a tutt’oggi, possono essere fedelmente riproposte in ristoranti e trattorie, non soltanto della zona.
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Durante la Grande Guerra(1914-18), gli Alpini, attestati entro una certa altitudine media, ricevevano il “rancio ordinario”, mentre le truppe dislocate in permanenza oltre i tremila metri, potevano disporre di un “rancio speciale”: ch’era costituito da un maggiore apporto di carne e di generi di conforto, ossia cioccolata, zucchero, alcolici. Inoltre non potevano mancare il lardo e la pancetta, cibi ad alto contenuto calorico, molto graditi ai soldati. Né minor successo aveva la pasta asciutta (dapprima, giungeva fredda, in un secondo tempo, verrà riscaldata direttamente nella scatola). Fra le bevande calde il caffè era al primo posto nel gradimento della truppa, seguito dal tè, che veniva servito assieme al latte condensato.
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Fino a qualche tempo fa - assicurano - che nella vetrina di un ristorantino di New York si poteva leggere questo singolare cartello:
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Mangiare poco per vivere molto
Era stato chiesto, nel 1957, all’illustre clinico Achille Mario Dogliotti, quale fosse, secondo lui, la “ricetta” dell’”elisir di lunga vita”: «Una vita di lavoro interessante - ha risposto il luminare - concedendo un buon margine all’esercizio fisico e limitando allo stretto necessario l’alimentazione». Saggia considerazione che rimanda ai versi di un poeta cinquecentesco, Marcello Palingenio Stellato, che così suonano: (cfr. in “Zodiacus vitae”, 3,629)
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L’imperatore della dinastia Inca, Atahualpa, mangiava seduto sul suo sgabello. I suoi alimenti, serviti in vasellame d’oro, d’argento o d’argilla, venivano disposti davanti a lui su piccole stuoie. Egli indicava il piatto di cui aveva voglia, ed una delle donne lo prendeva e glielo reggeva mentre lui mangiava. Se si faceva la minima macchia sui vestiti, l’Inca si ritirava nei suoi appartamenti per cambiarsi.
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In giro per l'Europa: locali da tener d'occhio
Londra - Ritz
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L. F. Soft di Luigi Farina | |
E-mail: info@spaghettitaliani.com | |
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